Ugo Foscolo

Vita e opere

Nato a Zante, isola ionia appartenente alla Repubblica veneta, alla morte del padre si trasferì a Venezia (1793) dove completò gli studi.Il poeta manifesta una forte carica polemica e si avvicina alle posizioni di Napoleone. Nel 1797 viene rappresentata con successo la tragedia “Tieste”. Inizia il periodo dei viaggi dominati dall’impegno politico. Gli incontri e scontri ideologici e politici si accompagnano ad esaltazioni e passioni amorose. Durante il soggiorno milanese conosce Parini e Monti. Le difficoltà nei rapporti con le autorità milanesi, dovute alla delusione nei confronti di Napoleone, spingono il Foscolo a Bologna. In questo periodo cura la stesura delle “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, ristampa l’ode “A Bonaparte liberatore” e scrive due odi “A Luigia Pallavicini caduta da cavallo” e “All’amica risanata”. Si trasferisce in Francia e traduce il “Viaggio sentimentale” di Sterne (1807).Trasferitosi a Firenze l’attività è intensa nel teatro con le tragedie “Aiace” (1811) e “Ricciarda” (1813), nelle traduzioni (Iliade) e nei versi con “Le Grazie”. L’ultimo periodo in Inghilterra è dominato dalla solitudine e da crisi economiche. Muore a Londra nel 1827.

Le “Ultime lettere di Jacopo Ortis”

Romanzo epistolare pubblicato nel 1789 contiene evidenti riferimenti autobiografici, la vicenda possiede un carattere tragico e disperato. Il suicidio del protagonista, già alluso nel titolo, sottolinea con evidenza il tono prescelto; la compresenza di due piani (l’amore e la politica) spesso contradditori e non risolti segnalano il carattere attualizzante. Amore e politica sono i temi dominanti: l’amore è l’esperienza decisiva, la più alta e la più autentica del protagonista, la donna è idealizzata ed esaltata sentimentalmente (questa esperienza è impossibile perché Teresa è promessa sposa; Così l’amore è tragica passione, il tono è quello dell’infelicità, la commozione domina tutti i sentimenti). Alla fondamentale esperienza sentimentale e alla sottolineatura del ruolo centrale del sentimento e della passione nell’esperienza dell’uomo - tema ricavato dal romanzo francese e dai “Dolori del giovane Werther” - si aggiunge quello della delusione politica. La sconfitta non è solo un evento, ma è la caduta della politica come ideale, come speranza; il tradimento dei francesi col trattato di Campoformio non è soltanto un cinico baratto diplomatico, ma segna la fine dell’impegno autentico e disinteressato dei giovani per la politica e per le prospettive rivoluzionarie. Anche in questo caso domina il tono tragico.

Le “Poesie”

Nella raccolta delle “Poesie” sono presenti i temi caratteristici dell’intera produzione foscoliana; testi poetici ad esplicito contenuto politico di celebrazione dei valori democratici, di difesa della libertà e di polemica anti-tirannica come nell’ode “A Bonaparte liberatore” o “Ai novelli repubblicani; testi di vita privata, situazioni quotidiane nobilitate dalla presenza della bellezza femminile. (“A Luigia Pallavicini caduta da cavallo” e “All’amica risanata”). Elemento comune a queste odi è il linguaggio e lo stile, che fanno riferimento alla cultura neoclassica. Utilizza la tradizione colta della letteratura italiana (Alfieri, Petrarca). Per Foscolo la poesia deve celebrare, deve tendere all’inno. Nella serie dei 12 sonetti (tra cui “Alla sera”, “A Zacinto” o “In morte del fratello Giovanni”) di notevole intensità poetica e suggestione emotiva è possibile incontrare i grandi temi della vita vissuta, di cogliere un’atmosfera di malinconia, di individuale riflessione e di ricerca di analisi interiore che possono colpire al tempo stesso l’intelligenza e il sentimento. Tratta in particolare il tema dell’abbandono e della lontananza (“A Zacinto”) e della malinconia della vita di fronte al destino ineluttabile della morte (“In morte del fratello Giovanni”).

“Dei Sepolcri”

Il carme (endecasillabi sciolti) fu scritto nel 1806 in occasione dell’applicazione in Italia dell’editto napoleonico di Saint-Cloud col quale si imponeva la sepoltura dei morti fuori della cinta urbana. Ebbe successo per la polemica che suscitava la trattazione del sepolcro rispetto alla memoria collettiva e alla trasmissione dei valori civili nella società. Temi: la vita e la morte, gli affetti familiari, l’idea cupa e piena di orrore della storia, l’eternità della natura e il ritmo ciclico delle stagioni rispetto la caducità della vita umana.. Queste affermazioni di totale pessimismo e di accettazione di una visione materialistica e meccanicistica dell’universo sono attenuate dalla forma stilistica scelta (interrogazioni retoriche che insinuano qualche dubbio e speranza). Infatti, negato il valore positivo del sepolcro, si può sperare in una sua funzione nel ricordo e nella memoria che nasce dall’affetto e dai sentimenti dei familiari, degli amici. Il valore del ricordo di colui che è stato amato trova valido supporto solo se l’estinto ha lasciato un degno ricordo di sé attraverso una vita esemplare e se la sua patria ne accoglie le spoglie. Nella parte centrale del carme si sviluppa la polemica contro l’editto di Saint-Clod e quindi la critica anti-napoleonica, accompagnata da una forte celebrazione del valore civile e duraturo, sublime della poesia. Critica l’incuria dei cittadini di Milano che hanno dimenticato il loro più grande poeta, Parini. Sviluppa un ampio discorso sulla civiltà dell’uomo dalle origini primitive fino al presente, in cui sono esaltate le funzioni civili e pubbliche dei riti di commemorazione e di ricordo dei defunti, mentre viene criticata la concezione cattolica della morte, piena di inquietudini e angosce, non più capace di sorreggere, come la morale pagana, gli individui a compiere azioni eroiche e disinteressate. Inizia, quindi, la celebrazione del valore dei grandi individui nella storia, l’esaltazione dell’eroismo e del gesto gratuito. Foscolo celebra i grandi sepolti in Santa Croce a Firenze: Michelangelo, Macchiavelli, Galilei, Dante, Petrarca e Alfieri. Nell’ultima parte del carme celebra il valore superiore della poesia rispetto alla società, alla storia e al tempo. Il luogo ideale e la Grecia antica con l’esempio di Omero; il carme assume toni sempre più celebrativi, quasi epici.

“Le Grazie”

Carme rimasto incompiuto comprende 3 inni dedicati a Venere, Vesta e Minerva. Nel Primo inno l’apertura è dominata dal contrasto tra natura primitiva e selvaggia e civiltà portatrice di cultura. Nella Grecia antica si realizza il più alto momento dell’incivilimento umano. Il Foscolo celebra il mito classico e disapprova i tempi presenti. Nel secondo inno sono introdotte le 3 sacerdotesse delle Grazie in modo da celebrare 3 momenti di particolare valore estetico: la musica, la poesia e la danza. Nel terzo inno l’episodio principale è quello del velo di Minerva che la dea dona alle Grazie per proteggerle dalle passioni umane. Stile assai colto, raffinato, ricercatissimo, artificioso sia nel linguaggio che negli effetti retorici. Il culmine della civiltà è rappresentato dall’arte e scopo fondamentale dell’arte è il Bello. L’ideale della libertà appare impossibile e strumento di inganno e violenza; il bene comune non è compatibile con la felicità dell’individuo. Il conflitto tra individuo e società non è risolvibile ed è a questo punto che assume il suo ruolo la poesia offrendo una speranza e una superiore forma di consolazione.

Foscolo letterato

La costruzione poetica, le scelte formali indicano il distacco dalla vita, nel lavoro attento, minuto e consapevole sulla lingua, sul metro e sullo stile. L’arte può superare i limiti del presente, della moda e dell’effimero, rivalutando le grandi illusioni, i miti eterni della gloria, della bellezza. La letteratura rappresenta un valore non compromesso dagli interessi immediati e traduce in mito sublime le aspettative e i desideri degli uomini. Nell’attività saggistica e di studio sono presenti scritti di tono polemico ed ironico e l’esigenza di una riflessione, non solo retorica ma anche storica, del patrimonio su cui si basa la letteratura italiana.


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