Barzellette matematiche
Raccolta di barzellette matematiche Tratto da “Gabriele Lolli, Il riso di Talete, Bollati Boringhieri 1998” Una prova attitudinale rivolta a un fisico e a un matematico chiede la sequenza di azioni necessarie per far bollire una pentola d’acqua, in una cucina in cui c’è una pentola vuota, un rubinetto, un fornello a gas, fiammiferi. Entrambi rispondono con l’ovvia sequenza: “Riempio la pentola d’acqua, la metto sul fornello, accendo il fuoco”. Segue una nuova prova, in cui le condizioni sono le stesse, salvo che ora la pentola è piena d’acqua. Il fisico risponde: “Metto la pentola sul fornello e accendo il fuoco”. Il matematico invece inizia dicendo: “Butto via l’acqua dalla pentola”, ma poi si ferma. Perché? “Perché così mi riporto alle condizioni iniziali di un problema che conosco come risolvibile”.
Tratto da “Gabriele Lolli, Il riso di Talete, Bollati Boringhieri 1998” Un matematico, un fisico e un ingegnere sono sottoposti a una prova di sopravvivenza, chiusi ciascuno in una stanza spoglia di tutto fuorché di un materasso, con una scatola di sardine sigillata e una forchetta. Dopo un mese di clausura, quando vengono riaperte le stanze, il fisico è morto appoggiato al muro su cui ha inciso, con la punta della forchetta, complicati calcoli sull’energia dei possibili impatti della scatoletta sulle diverse regioni dei muri, secondo diversi angoli di incidenza. L’ingegnere è morto con i muscoli contorti dallo sforzo e con la forchetta deformata dal tentativo di trasformarla in leva per forzare la scatoletta. Il matematico è disteso immobile sul materasso, ma sembra respirare debolmente e muovere le labbra. Avvicinandosi, lo si sente sussurrare con fatica: “Supponiamo…per assurdo…che la scatoletta…sia aperta…”
Tratto da “Gabriele Lolli, Il riso di Talete, Bollati Boringhieri 1998” Un matematico non prendeva mai l’aereo perché aveva calcolato la probabilità che su un volo ci fosse una bomba e l’aveva trovata alta in modo preoccupante, finche un giorno un collega, con grande sorpresa, se lo trova accanto su un aereo, e gli ricorda quei calcoli. Il matematico rivela di aver proseguito la sua ricerca, calcolando anche la probabilità che su uno stesso volo ci siano due bombe, e questa è davvero trascurabile - confida con un ghigno al collega, mentre ammiccando indica il proprio bagaglio a mano sospettosamente rigonfio.
Tratto da “Gabriele Lolli, Il riso di Talete, Bollati Boringhieri 1998” Il figlio di un logico torna a casa e racconta che è arrivato a scuola un nuovo compagno, ma è difficile parlargli, perché non sa una parola di italiano. “Ah sì?”, chiede il padre sovrapensiero, “Quale?”
Ad una festa sono invitate tutte le funzioni (dal seno al coseno, dal logaritmo alla potenza). Ad un certo punto la funzione seno si accorge che l’esponenziale è isolata in un angolo e decide di andare a parlargli. “Cosa c’è che non va?”, chiede. L’esponenziale risponde: “Non mi diverto e poi non conosco nessuno” al che la funzione seno controbatte “Dai vieni a ballare, integrati”. L’esponenziale lapidario sentenzia “No no, è la stessa cosa!!”.
[NB-per capire questa barzelletta è necessario avere conoscenze dello studio integrale] Tratto da “Gabriele Lolli, Il riso di Talete, Bollati Boringhieri 1998”
Il buon Dio, grande matematico dell’universo… perché; non ha avuto una cattedra?
•Aveva solo una pubblicazione importante.
•Per di più scritta in ebraico.
•Non pubblicata su rivista soggetta a referee.
•Qualcuno dubita che l’abbia scritta lui.
•Dopo aver creato il mondo, che cosa ha fatto?
•La comunità scientifica ha avuto molte difficoltà a replicare i suoi risultati.
•Non ha mai fatto domanda ai comitati di etica per l’uso di cavie umane.
•Quando un esperimento gli andò male, cercò di nasconderlo con un diluvio.
•Quando i suoi soggetti non si comportavano come previsto, li cancellava dal campione.
•Ha cacciato i suoi primi studenti che dimostravano amore per il sapere.
•Benché ci fossero solo dieci requisiti, la maggior parte dei suoi studenti ha sempre fallito le prove.
•Veniva raramente a far lezione e diceva di studiare il testo.
•Teneva strane ore di ricevimento, sui monti.
In un hotel di 3 piani si trovano, uno per piano, un ingegnere, un chimico ed un matematico. All’improvviso ad ogni piano si avverte qualcosa bruciare.
L’ingegnere al primo piano esce dalla sua stanza e vede che una sigaretta in una ceneriera è la causa. Spegne la cicca e va a dormire.
Al secondo piano il chimico ha lo stesso problema capisce che per spegnere il fuoco ci vuole l’acqua spegne la sigaretta e va a dormire.
Il matematico si alza, capisce che ha la soluzione e torna a dormire.
Quando furono diramati gli inviti per il Gran Ballo degli Scienziati,
Pierre e Marie Curie irradiarono entusiasmo;
Einstein penso’ che sarebbe stato relativamente facile parteciparvi;
Volta si senti’ elettrizzato;
Ampere non ne fu messo al corrente;
Ohm al principio oppose resistenza;
Boyle disse che era troppo sotto pressione;
Edison penso’ che sarebbe stata un’esperienza illuminante;
Stephenson si mise a sbuffare;
i fratelli Wright si sentirono volare;
il dottor Jekyll declinò, dicendo che ultimamente non era se stesso;
Morse avrebbe preso la linea 2 e sarebbe arrivato alle 8 in punto;
Franklin disse che sarebbe arrivato in un lampo;
Meucci avrebbe telefonato per conferma;
Von Braun sarebbe arrivato come un missile;
Fermi disse che era una notizia atomica;
la moglie di Coulomb si sentì carica;
Hertz si senti’ sulla cresta dell’onda;
Joule dovette rinunciare per problemi di lavoro;
Nobel esplose di gioia per la notizia;
Kelvin disse che era in grado di partecipare;
Fourier aveva gia’ una serie di impegni;
Cantor rifiuto’: preferiva gli insiemi piu compatti;
Abel invece accetto’ di buon grado: si trovava bene in gruppo…
…e Avogadro non fu avvisato: nessuno si ricordava il suo numero.